di Arianna Luci
15 aprile 2013, Piccolo Teato Unical, Arcavacata di Rende.
Ah si? Della fatal quiete tu sei l’imago? Prendi e spara allora. Che aspetti? La pistola ce l’hai. Fatti portare dalle nubi estive e i zeffiri sereni, magari fiorito il sentiero ti piace di più. Dopo aver sparato vedrai, sarai contento. L’hai capito dove devi andare? Devi seguire le orme che vanno al nulla eterno, dove passa il treno, dove fugge questo reo tempo. Non dargli il tempo di voltarsi, vederti, avere paura. Un colpo, e poi un altro ancora. Fino a che tu non vedrai solo una macchia di sangue. Statti tranquillo, che l’inferno esiste solo se ne hai paura. Che ti interessa chi è? Io lo conosco, tu lo conosci, lui mi conosce… Mi ruppisti i cujjuna! Quante storie per uno che scrive che deve morire. Mo basta. Ricordati, ci devi andare sta Sira, ché ti guida il regista Andrea Naso di Dracma Teatro, e con lui vanno le torme delle cure di chi teco si strugge : Paolo Cutuli, che le secrete vie della scena veemente tiene con lo stesso Andrea, Alessandro Rizzo che con le musiche tenebre e lunghe all’universo mena, Marco Silani che guarda la tua pace fatale fuori campo, Tino Caspanello che ti potrà indicare il testo che devi dire, mentre le scene sono diMaria Concetta Riso , là dove in pieno giorno è buio nero. E’ il tuo primo lavoro, tutti ci siamo passati, che facciamo che ti tiri indietro? Tira fuori sto cazzo di spirto guerrier ch’entro ti rugge! Il treno sta passando! Ché stai? Che cazzo stai? Perché rimani?